Sale
Più forte del sale su una ferita mi brucia la tua assenza
(Tu delizia e tortura della mia anima in cerca della luce)
Conducimi oltre le paludi della paura e i monti dell’assoluto
A te che sei il sale
regalo le mie ansimanti gioie e i miei deliranti dolori
Pioggia
Piove sotto un cielo plumbeo
E la mia mente corre verso di te
Così lontana così vicina
Così donna e così bambina
E milioni di gocce cadono
Mentre i miei sensi si quietano in questa notte da lupi
In cui vorrei solo dormirti addosso e niente
Più
Mani
Le tue piccole mani che cercano il mio viso
Lo trovano
E arrivano alle mie labbra
Che mangiano le tue mani
Ed io che trovo le tue di labbra
Poi ti bacio fino alla fine del mondo
Quando i nostri capelli saranno ormai bianchi e radi
E i nostri figli ormai grandi
E il nostro bacio andrà oltre il tempo e lo spazio
Come un raggio di immortalità
PINOCCHIO
In mezzo a questa città senza più pietà
Corre un autobus pieno di speranze
Di facce consunte dalla lotta giornaliera
E dalle promesse tradite della gioventù
Io in questo ventre di balena
Come Pinocchio
Mi riinvento la vita
LE GRIDA DEL MARE
Le grida del mare mi entrano dentro come le carezze del mio amore
Lei mia marea
Determina i flussi della mia esistenza
Salsedine di amore entra in me
FELINO
Questo famelico felino
Che chiamano amore
Si nutre di ogni mio sussulto per te
E mai sazio mi chiede di più
I miei pensieri
Il mio futuro
La mia stessa vita
E la notte accovacciandosi sotto il mio letto
Aspetta che io mi addormenti per nutrirsi dei miei sogni
O amore amore
Bestia fatata
Domini le nostre vite sconvolgendole
Ci dilani
Ma ci fai sentire vivi!
IL RE
Sono il sovrano delle desolate e floride
Lande del mio essere
Comando eserciti di dubbi e plotoni di speranze
Governo il popolo dei miei desideri
Senza tradire la corte dei miei rimpianti
E dall’alto della torre del mio amore
Cerco di scorgere il ritorno della mia regina
Un re è niente senza la sua regina
Come una scacchiera sguarnita
I tuoi occhi
i tuoi occhi
Velati di un turbinio d’inquietudine scrutano lo scorrere delle stagioni
I tuoi occhi
Prima fanciulli e indagatori ora felini e predatori
I tuoi occhi
Ma la loro luce non muterà anche quando la neve implacabile del tempo avrà coperto i capelli
I tuoi occhi
Un dio in cui credo
Ciecamente
Sogni
I sogni di un bambino sono come le onde
Che si infrangono sulla spiaggia
Quella schiuma è già la vita di un uomo
ALBATROS
Perché lo specchio non mente?
Perché questi miei occhi non lacrimano
Per lavare l’anima compressa da troppa presunta leggerezza
Quanto vorrebbe volare alto il mio albatros di cartapesta
Ma dorme nelle molli sicurezze della mia noia
Che ormai riempie le giornate di questa estate amorfa
Come queste orde di gente
Che mi atterriscono
Pietro Mereu
CEA
Tra rocce di un porfido Sangue
Rocce che stagliano un cielo di idrogeno compresso
Come le carni di questi indigeni anneriti dal sole
E da questa nevosa sabbia
Agosto innamorato ti corteggia Cea
E con la sua volgarità e prepotenza
Ti soffoca
Di Glutei e tette splendidi di olio
Ma tu non cedi
Aspettando il dolce settembre
Che col le sue brezze gentili
Ti avvincerà
Amandoti
Panico
Combatto contro demoni invisibili
Mi nutro dell’altrui anima
Vago ramingo in cerca di una meta
Vivo
E voglio sentire vibrare il mio flaccido corpo
Di emozioni che aggroviglino la pelle
Tirandola come un tamburo
Battiti ancestrali mi scuotono
Dominio di Pan
Che bussa a sfogarsi in tempesta
Ma poi Venere dominandomi
Mi Placa
Balentia
Sambene e caddos
chi currene comente rajos
chi falana aintro de su core
de omines prenos de fele
e pizzinnos chi pranghene
sa notte chi morit su tempus
de sos giocos
e tando cumprendene
ca s’arva s’imbiancada
errisos de inu e petta pappada
e fizzos creschende
Pietro Mereu
check in
Viaggi in tutto il mondo,aerei presi freneticamente,un pizzico di Cina due gocce di stati uniti,la mente decanta il delirio di frenesie interminabili…fermati. Scopri il tuo mondo,percorri,passeggiando le valli dell’anima,bivacca tra le radure dei tuoi pensieri..nella logica del consumo sfrenato pasteggia con il silenzio del quotidiano…beati dei boschi vicini a casa tua..il camino della sala è un universo interminabile..Guarda tua madre è una donna interessante con una storia avvincente dai risvolti picareschi…e nel viso di tuo padre le rughe segnano una mappa per l’isola del tesoro…mio piccolo tesoro ti sussurrava quando eri piccina e tu ridevi davanti a quella pergamena..allora intatta…Sceglimi..e viaggia dentro di me..ti voglio svelare il mio mondo..un mondo sconnesso,ricco di lussureggianti follie ed inarrivabili dolcezze…cerca di indagare nelle geometrie dei miei sguardi e riconoscili nelle loro innumerevoli sfumature. Stacca il biglietto,fai il check-in..che il viaggio inizi..io sono già partito…e aspetto.
ELEFANTE BLU
No blu no!-dice la maestra arrabbiata-gli elefanti non sono blu- .Gli elefanti sono grigi dice lei
… come questa città dove io non posso giocare fuori. Solo la playstation mi fa compagnia Ma per 15 giorni all’anno vado al mare. Ah che bello il mare con le onde che ti spruzzano sulla faccia..tutto il giorno mezzo nudo a prendere il sole..e quella rompipalle di mia madre che mi obbliga a mettere quella schifosissima crema…lei è unta come le patatine che mangio tutto l’anno da mc donald’s …invece qui la nonna mi prepara cose squisite..anche se la mamma dice che “le carni arrostite sono cancerogene”…cancerogene un cazzo..cancerogena è tutta l’aria che respiro per 11 mesi l’anno a Milano…qui è diverso la gente non corre..e poi la sera si cena tardi e si parla..il nonno ha una barba bianca e veste di velluto anche d’estate”dove non passa il freddo non passa il caldo” ripete e puzza di selvatico..ma mi vuole bene..e mi porta da Antoneddu che ha i cavalli..e l’altra sera ho visto una cosa bellissima vicino al Gennargentu..un elefante blu..e l’ho seguito e lui mi ha parlato… dicendo che i grigi sono più numerosi ma loro stanno bene qui..e poi l’ho raccontato al nonno che mi ha detto di conoscerli anche lui..e anzi di averli cacciati quando ce n’erano tanti…e quando sono partito il nonno mi ha regalato un elefante di legno intagliato da Antoneddu … era blu…lo dico sempre che a Milano la mia maestra non sa proprio un bel niente….
P.M
SA TERRA MIA
Un caldo vento spira sull’isola dei cavalli montati a pelle da impavidi
scellerati ebbri di vino e gioventù,nessuna paura nessuna
regola..codici non scritti di un onore obsoleto applicato
arbitrariamente a secondo delle occasioni…finisce con un colpo di
coda l’estate e nugoli di vacanzieri ,invasati dalla cristallinità
delle acque,piangono la dipartita…e vanno verso la grassa nebbia
padana con i capelli salati e le pelli conciate dal sole. Sa mama e
sole. Tutti i bambini sanno,nell’isola,che dopo pranzo non si deve
giocare o sa mama e sole ti prenderà…la vita..Antiche leggende
tramandate da enormi fuochi conditi di profumati ginepri con il
contorno di spiedi pantagruelici di svariate carni,di bestie che
compiono innumerevoli maratone in montagne incontaminate…e
Pinnetos..atipici Teeppe abitati da mitici pastori-
pellerossa..custodiscono gelosamente armenti inviolabili atti a sfamare
bocche in feste di gioia,di morte,balli di occhi che fuggono donne dal
corpo lunare invase d’amore…Campane invano suonate per morti e
richiami di maschere di oscuro carbone ..la bestia e l’uomo
convivono…corse senza freni a cavallo di bestie fatate + amate di
figli…Ma ora è tardi il sipario si chiude..su tempus est
un’atteru…parti figlio mio e ricorda che sebbene tu vada dall’altra
parte del mondo..il tuo cuore sarà allacciato dal granito e dai
lentischi impastati di nostalgia
Amore
Dormo su petali di solitudine
in un giardino di follia
salici piangenti di te
e viole di un pensiero perduto
tu rosa profumatissima di passione
violenti la margherita dell’anima
m’ama o non m’ama
Pietro Mereu
AMOR PERDUTO
Erano giorni di rosa e miele
Di cannella e mare quelli che ci videro insieme
Ma tu non combattesti per me
Ed io ti lasciai
Perché le parole sono vuote
E un bacio è tutto
ELVIS
Roteando il bacino
Pelviche inquietudini ti avvolsero
Nella terra delle favole
Che poi ti inghiottì
James
Gioventù bruciata
Gioventù sognata
Gioventù stagnante
Gioventù mai più
Maylin
Diamond’s are girls best friends
E
I barbiturici I migliori amici delle dive
Bob Marley
Rasta
Resta
Festa
Il leone si addormentò
Stanley Kubrick
Rapito a mano armata
Si addormentò
In un doppio sogno
ORIOLA
Corpo di esile cigno
Si muove con grazia divina
Cuore di lupo divora il pavone bianco che mi abita
Sorriso enigmatico irrora la mia anima
Chi sei Oriola?
Perché mi vuoi cosi?
Non si usa più amare lo sai?
Lo sai che questo sfiduciato mondo corre verso l’autodistruzione?
Ma tu mia bambina mi ami a tuo modo
E io mi lascio amare
Riamandoti con rabbia
Perché non ti merito
Non mi merito nulla di dolce
Perché sono maledetto
Maledetta la mia sensibilità,il talento, la voglia di amare
Il cinismo a cui mi aggrappo e in cui sguazzo
Ma questa mia maledizione è benedetta dagli altri
E tu Oriola benedetta e maledetta da me
Resti immobile mentre
Questo misero uomo spreca il suo genio
Tra librerie e noia
Mentre il tuo pensiero condisce l’agonia di questa coda
Di primavera
MIO PADRE
Monumento inflessibile e magnifico
Quanto ormai riesco a capire i tuoi silenzi
io che di parole son prodigo
Non riesco a dirti che per me sei importante
forse mai te lo dirò
Siamo uomini di terra e acciaio forgiati dal sole di questa nostra muta isola
Amici virili e imbattibili
Ricordo le sere al cinema della mia fanciullezza
E anche le tue assenze
Ricordo la cinghia che feriva più la mia anima
Ma so che il tuo cuore piangeva dopo
Le mie scarpe nuove andavano a discapito del tuo giaccone liso
Ma tu eri felice della mia effimera istantanea felicità
Così deve essere un padre
Tu non mi hai insegnato ad amare i classici greci o l’arte
Ma piuttosto storielle da bar e stupende inutili cazzate
La tua lezione è molto più preziosa
La determinazione delle tue idee
Il tuo spirito di sacrificio
E la tua grande lealtà e voglia di mettere pace
In una famiglia di iene minata dall’avidità tu sei stato un domatore con la frusta di piuma
Caro mio Padre vedo le tue carni invecchiare e i tuoi capelli imbiancarsi
Gli occhi si fanno sempre più piccoli tra cascanti bargigli
Ma la loro luminosità mi irradia quando esplodono in una risata
Che risuona in questo tuo regno di silenzio
Morgan
Un grido di corvo stride su questi miseri zombie
Davanti agli altari del nulla
E rinasce dal suo dolore come la fenice sporca di cenere
Per nome ed in nome dell’arte madre,matrigna crudele e gloriosa
Folletto ,diletto di folle adoranti
Dispieghi le ali volando sopra queste orde amorfe
Ponendo il germe del dubbio
Come il Lupo di Gubbio
CREATURA CHE SI CONGIUNGE ALL?INFINITO
Io mare sabbia
Io questonda che si infrange
Io scoglio
Io dito che galoppa su questo nero destriero
Plastica
Nera
Che su questa pergamena collosa
Sono queste parole di me creatura
Che si congiunge allinfinito
Io folle
Finito
OGLIASTRA
Dincanto sventagli il vento feroce
Che sradica piante e cappelli impagliati
Rugosa terra di sughero e lentischi
Amara di miele selvatico e corbezzoli bitorzoluti
Silenzi a volte rotti dallacre polvere da sparo
Sangue versato per onore leso
Sulle tue pietre antiche arse da un sole feroce
Che sgretolandole
Sabbia
la tua volontà è annullata dalla dolcezza onanistica di questo mio mare
Pastori sapienti dosatori del verbo percorrono capezzoli immortali
Frutto delle bestie fatate
A te canto mia Ogliastra
Madre crudele
Sorella generosa
Amante dagli appetiti sconfinati
dei tuoi figli che pur fuggendo
Tornano sempre alla tua corte dolceamara
Che con la sua bellezza lunare incanta e incatena
Pane ,sangue,dolcezza,odio,amore,fedeltà
I tuoi frutti
Ma basta ammirarti nei tuoi giorni di bellezza sconfinata
Per dimenticare il male
SIRENA
incorniciami la bocca di perle
che splendono al sole della gioventù
ed un’anima che reclama un cuore
che batte al mio unisono e notti d’alcova consumate a combattere demoni insuls
i e mondi da vivere
mentre cavalli e cavallon
i nell’isola danzano
SARDEGNA
Il nome tuo antico significa impronta
Dell’invasore nemico giammai i tuoi abitanti sopportaron l’onta
Prima Aragonesi Pisani e Savoi
Da molti millenni Ichnusa è una gran troia
Terra antica di tradizioni vecchie
Ma progenitrice di tagliator d’orecchie
In verità sei tu che ci hai ispirato
Perché con il mare ed i monti
Anche l’animo del forestiero
Hai sequestrato
Joseffin
Quanto vorrei che la primavera della tua bocca fiorisse in me
carni tremule e letarghi d’inverno si aprono al nuovo sole
del disgelo di cuori anime
infette da virulenti coinvolgimenti di corpi
in fuga
VITA A METà
A volte penso di quanto vivo dei miei pensieri
Mi incateno a loro e quasi ne sono schiavo
Malattia epocale quella del troppo pensare
Uomini fatti di mente e corpi che soffrono
Come locomotive che ormai non stridono più sui binari
E continuano ad arrugginire
Il mio egoismo mi immobilizza
Mi invento problemi inesistenti per camuffare la mia pigrizia
Quanta paura nel poter scoprire i miei limiti umani
Umano troppo umano è il mio limite
Mentre bombardamenti di superuomini minano la mia
Precaria sicurezza
Perché soffro della mia limitatezza e sguazzo nell’apatia
Scarsa disciplina anarchia mentale accidia…
Tutto concorre a distruggere le mie minime certezze
Perché vi affannate truccati come geisha miserabili e decadute
Esponendo la vostra miseria cercate di conquistare l’immortalità
Ma di pochi è il privilegio
Misere serpi velenose sputate veleno contro vostri simili
Al cospetto di miseri domatori ingobbiti dal loro squallore
Artisti vi definite e vi definiscono
Com’è scesa in basso e di cosa si accontenta ormai l’arte
Nel regno dell’appiattimento tutto assume dignità artistica
Merda
Merda
Merda
La merda ha più dignità di voi merde sovraesposte a vanvera
IL TUO SILENZIO
Nel regno del tuo silenzio voglio entrare
Non tra le tue mille parole c’è la tua vera essenza
Regalamela se vuoi
non la tradirò
Traghettami con i tuoi sguardi presso le foreste delle tue rinunce
E dissetami alla fonte della tua sofferenza
Forse troppa profondità può uccidere
Nettare amaro
Ma attraverso le mie sconnesse parole
Cerco le mie connessioni
Nettare per connettere
In verità
io cerco
MORTE di UNA POESIA
Oggi come sempre alcuni versi mi hanno fulminato la mente
E con forza ho buttato queste mie parole su di questo foglio immateriale
Ma questo mio caro personal computer mi ha tradito
È morta una poesia
Ho provato a farla riemergere ma non era più lei
Forse il suo fantasma era altrettanto musicale
Ma che amarezza non riconoscere quel volto che mi aveva illuminato
Non tornano più le poesie morte
E come le foglie di un albero di anno in anno
Sembrano uguali si rassomigliano
Ma è una questione di venature….
AMORE(?)
Umano è domandarsi se l’amore esista
Non credo all’amore quando non ne sono pervaso
Ma mi sembra di vederlo in migliaia di occhi
Facce smorte grigiastre carne da produzione
Affamate d’amore anche loro
Davanti all’amore tutto si abbellisce
Non ha tempo l’amore in questo mondo iperveloce
Si prende o si lascia
Attimi di serenità rubati a meno zeri nel tuo conto corrente
Amore esibito e subito consumato
Consuma l’amore
Ottieni subito l’amore
Niente lunghe attese
Amore effimero come le tue scarpe appena comprate
Squilli continui annunciano le parole del tuo amore
160 caratteri per sintetizzare il tuo mondo
Conoscimi a sprazzi
Ti voglio amore
Forse perché ti sei prostituito in tv
Santo protettore dei poveri di spirito
Amare l’amore è questo il comandamento
Tu scacci l’amore che come un boomerang di pietra
Torna sempre indietro
Amore fatto di frasi fatte e codici prestabiliti
Amore anarchico e dettato dalla follia del suo divenire
Amore amore amore
Ritornello di ogni canzone l’amore
Ci vergogniamo dell’amore e ci rifugiamo nel sesso
Bello anche il sesso
Ma l’amore nel sesso
È come la cannella in una brioche appena sfornata
Regala poesia
Poesia
Poesia ( MUSICA DI FRINGUELLI A PRIMAVERA E SOLE ACCECANTE )
Poesia
Immancabilmente mia
regno virtuale per eccellenza
Dell’amore
Catullo felice coglie attimi interinati
Giacomo innamorato della sonorità delle sue parole sull’amore
Pablo ne ruba l’essenza
Io poeta forse
Amo l’amore
Non so se l’ho mai veramente incontrato
Ma anche prima di esalare l’utimo vagito a questo mondo
Lo cercherò
Ti amo
amore
MESSAGGE IN A BOTTLE
In questo sterminato mare di onde elettroniche
Invio il mio messaggio
Poche brevi parole
Tra la nebbia dell’indifferenza
Si perdono le mie parole
Ma alcune volte
Tornano messaggi carichi di quella mia stessa voglia di amare
E mi riempiono di speranza
Per questo nostro mondo a termine
Elettroni carichi di umanità.
SALENTO
Sale lento secca la mia pelle
Vago tra queste lame scure che tagliano la mia coscienza annebbiata
Da troppa sofisticazione cittadina
Urban cow boys we are
Salentinu pizzica e sagne
Non lasagne
Sagne e frutti di questocobalto mare
Sul quale ogni giorno u suli more
Rosso rosso
Come il mio sangue che scorre per te
ARTISTA
Regnante e giudice di un mondo senza regole
Se non quelle inventate da me
Tessera di un puzzle che non riesce mai ad entrare
Nel quadro della scontatezza
Anima in pena mai sazia
Mi confronto con lo specchio per leggere i segni di un tempo inarrestabile
Innamorarsi del nulla
Non riesco a trovarti tra queste note
Donna senza nome
Quando ogni mio pensiero era per te
Anche questa musica aveva senso
più senso per me
Ogni nota mi portava a i tuoi occhi ed ai tuoi capelli
Mentre ora riempie solo i miei vuoti e mi cullo
Nella mia ricerca
Di te che forse ti nascondi
Inconsapevole
Tra questi grigi condomini
Illuminati da un sole che non colora
La mia coriacea pelle
Accidià regina della noia
Nostra signora dell’apatia
Vienimi in soccorso
Ferma la mia troppo fervida immaginazione
Sono tempi diversi
Devi costruire il tuo futuro la famiglia il conto in banca
Non puoi pensare a vuoto
Non è di questa epoca il ricongiungersi all’infinito
FADO
Incatenato in una tristezza silenziosa
Squarcio il silenzioso notturno
Con la mia voce velata di nostalgia per gli amori perduti
E quelli che perderò
Fado fato destino
Ineluttabile
Per noi miseri uomini
Che rubiamo attimi al tempo in cambio di un po’ di fama
Fama terrena
Senza valore
Salpa la nave dell’immaginifico e io marinaio
Non canto più
Ma la musica continua
Infinita
PRIMIZIE
Cogliere un frutto ancora acerbo o appena maturato
Non è peccato
Perché la pelle dei tuoi anni migliori è così liscia
E così non lo sarà mai più
In questa terra di confine ai margini della donna che sarai
Io voglio cavalcare sul destriero guercio della mia passione
Piccola ninfa domani è tardi
Le rughe cominceranno a rigarti il viso
E il tuo corpo perderà compattezza
La tua mente sarà corrotta da mille dubbi che l’età adulta comporta
E i miei discorsi sui fiori ti annoieranno
Sei sbocciata figlia di primavera
Lasciati cogliere
Le primizie costano
Ma appagano
Un morso e l’acre gusto della tua giovinezza
Mi congiunge
All’infinito
CREATURA CHE SI CONGIUNGE ALL?INFINITO
Io mare sabbia
Io quest’onda che si infrange
Io scoglio
Io dito che galoppa su questo nero destriero
Plastica
Nera
Che su questa pergamena collosa
Sono queste parole di me creatura
Che si congiunge all’infinito
Io folle
Finito
DESSERTO
Dopo questa scorpacciata di niente e noia
Per me un dessert
Anzi un desserto
Caldo asciutto
Che aggiunge inutilità e arsura
A questo banchetto
Nel regno del nulla
COCAINA
Il mondo ai miei piedi
E io ai piedi del mondo
Un attimo di onnipotenza
Tiene in ostaggio
La mia macchina dei miracoli
IN FINITO (?)
Nella credenza della mia fanciullezza odorosa di libri e carasau
Il mio spirito bambino aveva trovato l’infinito
Occhi vivaci che scavavano tra la carta che ricopriva quel mobile scuro
Ma quest’uomo ha cataratte di ottusità e debolezza
Guardare un mare di stelle e tuffarsi nell’infinito fino a sentire la testa che esplode
Io poeta che scrivo da finito
l’infinito
Disimparo ogni giorno avvinto da bisogni superficiali
Quanto mi mancano le copertine di quei libri che puzzavano di chiuso
Nella credenza del mio spirito bambino
infinito
Fine estate
Non so spiegarvi
i miei parti né i miei concepimenti
Non so perché la mia lucidità riesce a sorpassare questa mia soffusa barriera etilica
Conosco inconsapevolmente l’evolversi di questa oleosa vita
Esperienziando questa mia maglia di macchie di caffè e odorosa di fritto
E questa sabbia che sparirà tra breve nella mia nebbiosa città
Non riesco più a fermare questo tempo che mi inghiotte
E il momento che immaginavo già si realizza
E mentre dalla mia finestra osservo queste grigie pareti
Un gabbiano gridando
Mi saluta
Chi sei ?
Non turbare i miei sensi
Un fiume sotterraneo scava e crea grotte
Enormi voragini di passione
Potrebbero scalfire la tua esistenza esigua
Ma distruggere la mia debole grandezza
Non guardarmi
Non mi illudo più
Credo troppo agli inganni
E troppe volte occhi hanno intrappolato un’anima
La mia
Chi sei?
Oggi sei tutto
Domani all’alba
Forse
nulla
Ilenia
Chi sei cretura ?
Che ha scoperto questa mia desolazione dietro la città dei balocchi
Non riesco a fingere con te
Non abbassi gli occhi davanti alla mia miseria
Non temi la mia grandezza
Onde di un mare in tempesta non sgretolano gli scogli
Li trasformano e arrotondano
Quanto amo le tue rotondità acuminate
Sei vera o sei il frutto di troppe ore su tavole polverose di mani che ti acclamano
Come io acclamo la tua bocca
I tuoi glutei
Il tuo corpo caldo
Come la terrà che ti generò
Mia
Africa
La calma dopo la tempesta
Tempesta tra di noi l’altra sera insulti sangue e veleno
Morte nel mio cuore e nel tuo
Stare insieme per distruggersi non per costruire
Disperati appigli amorosi si sgretolano all’alba
Quando i nostri corpi caldi si staccano esausti
Ci facciamo compagnia in questa fase della vita disillusi da tutto
Amore o non amore
Forse mi attacco ad una illusione per riempire la mia volontà traballante
A cosa serve stare insieme così
Ma non c’è logica nell’amore solo attori che recitano a braccio
Nuove ferite si uniscono a vecchie in attacchi senza frontiere
Guerra tra anima e corpo
Passione infinita
Notti insonni
E ora
Calma
Come un piccolo tizzone acceso sotto la cenere
La mia passione sembra spegnersi
Ma inganno me stesso e il mio precario equilibrio
Perché questa calma aspetta
la tempesta
TAPPETO VOLANTE
Mi usi per tenere i tuoi piedi al caldo
Per ornare la tua vita
Faccio parte dell’arredamento della tua anima
Sono un tappeto
Per te
Hai ragione ma non un normale tappeto
Sono un tappeto che vola
Libero nel mondo della fantasia
E quando la pressione dei tuoi piedi non mi sarà piu gradita
Volerò via
In cerca di estremitàpiù rassicuranti
Regista, documentarista, autore televisivo, sceneggiatore. Nato a Lanusei nel 1972, vive e lavora fra Milano e la Sardegna. Un regista di comprovata esperienza nel raccontare cultura e tradizioni antiche.